giovedì 29 maggio 2014

What time is eat, un’idea, un sogno, una realtà di un giovane imprenditore cavese

Né Londra, né New York, ma Cava de’ Tirreni farà da madrina al lancio del primo ristorante al mondo concepito sull’idea del tempo.” What time is eat ?” nasce dalla creatività di un giovane cavese, Guglielmo Sansonna, il quale nel marzo del 2013 partorisce il progetto e lo mette su carta. Si dice che il tempo sia prezioso ed è proprio il tempo trascorso all’interno del locale il prezzo chiesto al cliente.

L'idea è di un nuovo “business food model”. E’ sulla scia della corsa contro il tempo e dei mille impegni che è nato il modello del Fast Food negli anni ’40, tanto veloce da incastrarsi con la più fitta delle agende.

“What time is eat” va a sostituire il concetto di fast food con quello di time food.


Il format nasce per venire incontro alle famose “pause pranzo”.
Il cliente una volta giunto al locale ritira una card sulla quale viene stampato l’orario di ingresso e, terminato il pasto, paga i minuti trascorsi al suo interno.

L’ideatore, Sansonna, ci tiene a sottolineare che “What time is eat” è una creazione che ha depositato come proprietà intellettuale e pertanto su tale “ideal plan” vanta un copyright. E’ stato principalmente pensato per le persone che usufruiscono della pausa pranzo e che non hanno la possibilità di consumare un pasto di qualità e che sia allo stesso tempo salutare. Veloce ma non scadente. Mira a venire incontro a coloro che lavorando in azienda o in uffici che hanno orario continuato 9-17, non hanno la possibilità di tornare a casa per consumare il pasto e si vedono, perciò, costrette a ingurgitare il solito poco salutare panino o perfino a saltarlo in attesa della cena. Fornendo un buffet completo, dal primo al dolce, dà la possibilità al cliente di consumare in dieci minuti ciò che vuole e nella quantità da lui scelta liberamente.

“Il nostro desiderio –confessa Sansonna- è quello di fornire un’alternativa di qualità al classico “boccone” senza rubare troppo tempo e il tutto al prezzo di un saltimbocca”.

Singolare però è la lotta agli sprechi. “E’ necessario educare le persone a lasciare il piatto pulito –spiega Sansonna- ci sarà un prezzo extra da pagare qualora il pasto non venga interamente consumato”.

“E’ vero che non c’è lavoro, ma non è vero che non c’è la volontà di lavorare e creare opportunità professionali. Tanti sono i giovani capaci e poche le risorse messe a nostra disposizione per investire in progetti imprenditoriali seppur di piccole dimensioni. Non disponevo né dispongo tuttora di un capitale tale da poter finanziare questa idea così come l’ho elaborata ma ho ugualmente deciso di avventurarmi iniziando con un passo. Che possa essere questo piccolo passo l’inizio di un cammino per me e per tanti altri ragazzi e la fine della paralisi da crisi. Il mio più grande sogno è essere padre anche solo di una buona idea e per farlo è necessario aprirsi al cambiamento, essere flessibili e crederci”.

Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni sosteneva Anna Eleanor Roosevelt e questo è solo uno dei tanti sogni realizzabili della gioventù italiana e ancor di più campana.